I tarocchi Visconti-Sforza

In questa immagine L'Appeso, Il Giudizio, La forza

In questa immagine L'Appeso, Il giudizio, La Forza.


Si tratta del più antico esemplare di Tarocchi italiano, creato tra il 1440 e il 1490 per i membri delle nobili famiglie Visconti e Sforza di Milano. Questo mazzo è fondamentale non solo per la storia del gioco ma anche dal punto di vista dell'esoterismo: i Trionfi chevi sono rappresentati, costituiscono il prototipo di quelle figure che un secolo dopo sarebbero diventate gli Arcani Maggiori.
La Lombardia è, in Italia, la regione che ha avuto più importanza nella storia dei Tarocchi. Fu lì,infatti, che vennero disegnate e dipinte a mano,nel XV secolo, le carte più belle di cui si abbia notizia. l Tarocchi svizzeri e francesi dei primi anni del XVI secolo sono, con ogni probabilità, derivati da questo mazzo. Non si è potuto stabilire con certezza, invece, se le carte dei Tarocchi nacquero in Lombardia o se vi furono importate da altri paesi, come affermano alcuni esoteristi. La tesi più attendibile è che la Lombardia, oltre a essere il centro principale della produzione delle carte, ne sia stata anche il luogo d'origine. È accertato che alla fine del XIV secolo esistevano già delle carte lombarde, come dimostra un inventario del 1408 relativo alle proprietà di Luigi di Valois (morto nel 1407) e di sua moglie Valentina Visconti (morta nel 1408), duchi di Orleans. Il redattore di questo documento compie un'interessante distinzione annotando "un gioco di carte saracene e uno di carte lombarde". L'aspetto esatto di queste carte è purtroppo ignoto, e l'aggettivo "Lombarde" non indica che i semi utilizzati (Coppe, Denari, Bastoni e Spade) fossero di origine italiana, in quanto a quell'epoca erano d'uso corrente anche in Spagna. Si può dedurre, insomma, che l'espressione "carte lombarde" doveva avere un senso ben preciso, ma ciò non permette di affermare che indicasse i Tarocchi.
È certo, inoltre, che anche in Lombardia, come nel resto d'Europa, le carte venivano impiegate già da tempo per i giochi d'azzardo. Un editto milanese del 1418, infatti, proibiva di "tentare" i giovani di meno di vent'anni con "cartexellas", dadi e altri giochi. Due anni dopo, nel 1420, un altro editto proibiva di giocare a carte se non rispettando le buone regole antiche: "iactando roras figuras et alia signa pro tali signo et tali figura", ossia rispondendo ai semi giocati dall'aavversario. Questa restrizione dimostra due cose: prima di tutto che i signori di Milano cercavano di imporre regole ai giocatori, in modo da limìtare almeno in parte gli eccessi del gioco d'azzardo; in secondo luogo, capiamo così che lo svolgimento del gioco era simile a quello moderno, proprio come succede per le carte dei Tarocchi. Tutte queste informazioni, comunque, non aiutano granchè a risolvere l'enigma dell'origine dei Tarocchi. Tra i vari dati di cui disponiamo, i più interessanti, sono quelli sono quelli pertinenti alle carte dei tarocchi, o meglio i trionfi,come erano chiamati gli arcani maggiori nel '500. L'indagine può cominciare con un'analisi delle carte miniate di origine italiana conservate in musei, collezioni private e biblioteche europee e statunitensi. Dei 339 esemplari che ci rimangono, 244 sono senza dubbio di origine lombarda; di essi, 55 Trionfi provengono da 16 mazzi distinti di Tarocchi, tutti incompleti. Delle 95 carte restanti, 57 sono state prodotte a Ferrara; di queste, 29 sono Trionfi di cinque mazzi di Tarocchi diversi, anch'essi purtroppo incompleti. Restano 38 carte di origine incerta, forse di Ferrara o più probabimente veneziane, di cui solo una è un Trionfo. La netta superiorità delle carte lombarde su quelle di altre regioni è un indizio importante. Se si considera inoltre che i mazzi lombardi sono i più antichi tra quelli rimastici, bisogna supporre che il gioco dei Trionfi sia effettivamente nato in Lombardia. È poi degno di nota il fatto .che, nella maggior parte di questi mazzi, compaiono I simboli araldici dei duchi di Milano, i Visconti e gli Sforza: ciò induce a pensare che queste famiglie avessero un particolare interesse per i Trionfi. Uno dei grandi protagonisti della storia dei Tarocchi è senza dubbio il duca Filippo Maria Visconti (1392-1447), al cui nome è legata la storia del mazzo di Tarocchi più antico che esista.

 

I Tarocchi del Mantegna

Le origini

Il mazzo di Tarocchi cosiddetto “del Mantegna”, è a tutt’oggi, uno dei capolavori più enigmatici dell’arte rinascimentale italiana.

A dispetto del loro nome, tuttavia, l’unica cosa certa, è che non furono realizzati dal padovano Mantegna, (1432-1506) ma forse da un allievo della sua scuola. Questo equivoco, nasce da uno scritto di uno studioso settecentesco, che in una sua opera sull’arte incisoria scrisse ”Con tali metodi si fecero allora cinquanta carte che volgarmente si dicono del Mantegna”.

E così si tramandò ai critici successivi questa denominazione, senza che nessuno riuscisse a stabilire con certezza chi veramente creò questo capolavoro.

Sta di fatto, però che sulla chiesa di S. Andrea a Mantova, sui muri della cappella dove venne poi effettivamente seppellito il Mantegna, sono dipinte alcune Virtù, simili a quelle dei Tarocchi che portano il suo nome.

In principio, si pensava che fossero stati creati in occasione del concilio di Trento, tra il 1459 e il 1460, per dare un mistico passatempo ai cardinali . Questa ipotesi,si  basava su una citazione del  cardinale Bessarione, partecipante al Concilio, che si riferiva ad un “ludus globi”, gioco della sfera, ma è una teoria a cui ben presto venne dato poco credito.

Le cose sicure sono queste:

Le figure del mazzo, sono uno dei primi esemplari incisi su rame, quindi per i motivi legati allo sviluppo tardivo di tale tecnica, le figure risalgono ad una data posteriore al 1460.

La prima versione, detta serie E, venne realizzata da un anonimo incisore appartenente alla scuola di Piero del Cosso, morto attorno al 1480.

Il progetto delle figure, si può attribuire, con relativa certezza , ad un letterato dell’epoca, probabilmente della cerchia di Guarino de’Guarini, che eseguì numerosi progetti di decorazione per la famiglia d’Este.

Nel mazzo è presente il Doge, quindi si può supporre che il committente fosse forse un patrizio veneto, legato alla famiglia ferrarese degli Este.

La denominazione Tarocchi è suggerita dalla presenza di quattordici carte somiglianti ai Trionfi miniati della stessa epoca.

Il mazzo è composto da 50 carte, che riproducono l’ordine dell’universo secondo la cultura religiosa e filosofica dell’epoca.

Una seconda versione del mazzo, detta serie S, di qualità manifestamente inferiore, venne stampata nel 1470.

Anche di questo mazzo, come di quello  precedente, esistono a tutt’oggi vari esemplari, sparsi in varie collezioni private.

Tra gli artisti che si ispirarono a queste figure, ricordiamo tra i tanti, Antoniazzo da Romano, che verso il 1490 le riprodusse negli affreschi  di  una stanza del castello degli Orsini di Bracciano, vicino Roma.

Infine, verso il 1540, furono incisi e stampati da Johann Ladenspelder, che ne decretò la diffusione in Germania.

 

La struttura del mazzo


Le cinquanta carte del Mantegna, sono numerate con cifre romane e arabe da 1 a 50, e sono diffuse in cinque gruppi, identificati da lettere:A B C D E. Ogni gruppo è dedicato ad un tema preciso, e le varie figure seguono un ordine rigorosamente gerarchico.

Il gruppo E,  da 1 a 10 è quello delle condizioni umane, e va dal personaggio più infimo, il misero, E1, su su fino a raggiungere il grado spirituale più elevato, il Papa, E 10.

Il secondo gruppo, o classe, D, dal numero 11 al 20 è Apollo e le muse, è composto da nove figure femminile, mutuate dalla mitologia classica, e rappresentano le varie forme di delle arti, su tutte domina Apollo, (D 20)

La terza classe C, è quella delle Arti e Scienze, e va dal numero 21 al 30. Domina su tutte la Theologia, (C30).

Il gruppo B, è dedicato a Geni e Virtù, va da 31 a 40, comprende i tre principi universali, luce, tempo , spazio, le quattro virtù cardinali,  Prudenza, Giustizia, Forza,Temperanza, e le tre virtù teologali, Fede Speranza e Carità.

La classe A, comprende i pianeti e le sfere celesti, Sole, Luna, i sette pianeti e sopra tutto la sfera suprema, cioè Dio (A 50), la Prima Causa.

Da notare, che con questo sistema le carte possono essere lette in due sensi, uno ascendente, dal misero a al Papa, in modo che l’essere umano possa capire che per quanto  infima sia la sua condisione possa sempre elevarsi,e grazie alle arti, alle virtù, alle scienze attraverso le sfere planetarie, possa congiungersi a Dio, sia discendente perché la Prima Causa domina su tutto, trasmettendo il suo influsso tramite le sfere planetarie, affini agli angeli, alle virtù, alle scienze.